Chi sono gli Evangelici e da dove vengono
Gli evangelici non sono un nuovo movimento, ma affondano le loro radici nella storia più antica. Qualcuno penserà che si tratti di protestanti, ma pochi sanno a che cosa alludesse questo termine quando fu utilizzato per la prima volta. Il termine deve la sua origine alla dichiarazione che 14 città e 5 stati regionali fecero a Spira dinanzi al Parlamento imperiale tedesco: „Dichiariamo solennemente dinanzi a Dio nostro unico creatore, redentore, salvatore, il quale un giorno ci chiamerà in giudizio, e davanti a tutti gli uomini, che non siamo in alcun modo disposti ad accettare un’imposizione contraria a Dio, alla Sua Parola, alla nostra coscienza e alla salvezza delle nostre anime…“. Ora, poiché dichiarare solennemente si diceva protestari, questo epiteto servì a definire quelli della protesta, quelli che volevano porre a fondamento della loro salvezza solo la Parola di Dio, quelli che esprimevano il desiderio di un ritorno all’evangelo, alla sua purezza e alla sua sufficienza. Gli evangelici sono gli eredi di questa volontà.
Un breve quadro della storia del mondo evangelico:
Le origini dei Valdesi (albigesi) risalgono ai giorni di Costantino. Il nome „valdese“ (Valdesi) lo hanno ottenuto, perché provenivano dalle valli del Piemonte. Loro camminavano in coppia, a piedi nudi, in vesti fluenti; non avevano effetti personali e tenevano tutte le cose in comune, come è descritto nel libro degli Atti, capitolo 2. Pietro Valdo (1140-1218), un ricco mercante di Lione, dopo la sua conversione a Gesù Cristo, ha dato tutti i suoi beni ai poveri. Lui ed i suoi seguaci con il loro modo di vivere e la loro predicazione in lingua locale, hanno ottenuto il favore di molte persone. Otto anni più tardi, Papa Lucio III ha ordinato lo sterminio dei Valdesi. In Provenza (Francia) e del nord Italia, i Valdesi hanno fondato una Chiesa separata e sono stati i pionieri della Riforma.
Sotto questo influente predicatore nacque in Inghilterra un nuovo movimento evangelico, che è andato avanti prima della riforma luterana. Con la sua traduzione della Bibbia nella lingua del popolo ha lanciato la prima affermazione della Riforma che tutti dovrebbero leggere la Bibbia nella loro lingua.
Fu un teologo e un riformatore religioso boemo, e rettore all’Università di Carolina di Praga. Promosse un movimento religioso basato sulle idee di John Wycliffe e i suoi seguaci divennero noti come Hussiti. Hus fu scomunicato dalla Chiesa cattolica nel 1411 e condannato dal Concilio di Costanza, e in seguito bruciato sul rogo come eretico.
Jan Hus viene considerato il primo riformatore cristiano della storia. Dopo la sua morte, gli Hussiti si schierarono in massa contro la corruzione ed i crimini della Chiesa cattolica. Un secolo più tardi, il 90% degli abitanti delle terre ceche continuarono a aderire alla Riforma protestante oppure ad entrare a far parte dell’Unione dei Fratelli Boemi, questi ultimi sono i diretti successori del movimento hussita.
Quasi contemporaneamente con Martin Lutero, Zwingli ha lavorato in Svizzera. Lui si occupò principalmente degli abusi ecclesiastici del suo tempo. Come sacerdote secolare a Großmünster spiegò il Nuovo Testamento e iniziò la Riforma a Zurigo. Lui rimase in buona cooperazione con le autorità politiche. Zwingli fu molto più radicale di fronte ad antiche usanze ecclesiastiche e allontanò per esempio tutte le immagini dalle chiese. Purtroppo, attraverso la scissione religiosa fu scatenato la 1° e 2° guerra di Zurigo tra Cantoni, alle quali Zwingli stesso partecipò e perse la vita nella battaglia di Kappel.
Lutero era figlio di un minatore tedesco. Si fece monaco agostiniano e divenne poi un dottore in teologia. Nello studio del Nuovo Testamento, si rese conto che non sono le buone opere che portano alla salvezza, ma solo la fede in Gesù Cristo. Si mise naturalmente in contraddizione con la dottrina della Chiesa cattolica e la scomunica era inevitabile. Prima della persecuzione, trovò rifugio presso la Wartburg, dove tradusse il Nuovo Testamento in tedesco. Lutero non avrebbe mai formato la propria chiesa, ma il rifiuto delle dottrine e le pratiche ecclesiali che non erano basati sulla Bibbia, portò ad una separazione. Grazie all’invenzione della stampa da parte di Gutenberg, nel 1534 fu stampata tutta la Bibbia per la prima volta in un tedesco comprensibile. Così la Bibbia di Lutero si diffuse molto rapidamente in tutti i paesi di lingua tedesca.
Calvino sperimentò a 24 anni una conversione la quale lo portò a rompere, dottrinalmente parlando, con la Chiesa cattolica. Lavorò a Ginevra, dove in particolare estese la sua Riforma in Francia. Egli fu un teologo molto sistematico e convinto sostenitore della Riforma.
Gli anabattisti non erano soddisfatti dei rinnovamenti della Riforma. Loro insistettero soprattutto sul fatto che i credenti battezzati da bambini devono testimoniare la loro fede attraverso il battesimo da adulti. Così ai tempi di Zwingli c’erano delle separazioni. Il Consiglio della città di Zurigo proibì agli anabattisti di riunirsi in culti. Gli anabattisti risposero: „. Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini“. Di conseguenza molti di loro furono gettati nella prigione dove mangiavano solo pane ed acqua, altri furono annegati nel fiume Limmat. Nonostante i divieti, il movimento battista si diffuse molto rapidamente nelle zone di lingua tedesca. Secondo loro, la base per un battesimo era condurre una nuova vita da discepolo seguendo l’esempio di Gesù Cristo. Gli anabattisti erano pacifisti. Loro respingevano il servizio militare e anche la difesa della propria vita nella persecuzione. Il loro esempio erano i primi credenti, la prima chiesa descritta nella Bibbia. I Riformatori si sentirono minacciati dal movimento anabattista e decisero di sterminare i loro seguaci con qualsiasi mezzo. In Alto Adige il movimento anabattista è stato reso popolare da Jacob Hutter di San Lorenzo di Sebato. Essi furono perseguitati ed espulsi. I loro discendenti, gli Hutteriani vivono negli USA e in Canada. Parlano ancora un dialetto tirolese della Carinzia e si sentono molto legati alla terra dei loro padri.
I primi gruppi dei cosiddetti pietisti (Pietas = pietà) si trovano nel 1650 in Olanda. In riunioni di casa (collegia pietatis) vennero insegnati la nuova nascita e la santificazione. La fede deve essere accompagnata dai fatti. Il trambusto secolare come il gioco, la danza, il teatro, il gioco di carte, il lusso sono incompatibili con la vita cristiana. L’ex pastore luterano Philipp Jacob Spener promosse 1670 questa dottrina e fu considerato il vero padre del pietismo tedesco. August Hermann Francke fu nominato professore a Halle, dove, oltre alla sua attività d’insegnante, fondò un orfanotrofio, una scuola per i poveri e una casa editrice di letteratura cristiana. L’orfanotrofio di Francke con 3.000 posti fu la più grande e moderna opera educativa di quel tempo. I pietisti erano zelanti missionari tra ebrei e gentili. Con la fondazione di un l’istituto biblico per la formazione contribuirono in modo significativo alla diffusione delle Sacre Scritture. Visto che la loro predicazione era semplice e toccava l’anima, trovarono presto molti seguaci in Germania. Il movimento del pietismo influenzò i fratelli boemi e il movimento dei fratelli di Nikolaus Conte di Zinzendorf.
Nikolaus Conte di Zinzendorf
1722 un gruppo di fratelli boemi si trasferisce ai poderi del conte Nikolaus Conte di Zinzendorf, sul Hutberg in Sassonia. Il luogo divenne ben presto un rifugio per i cristiani perseguitati. Tra di loro c’erano luterani, riformati, anabattisti e separatisti. 1727 questa folla eterogenea si mise d’accordo su una regola apostolica comune. Oltre alla conversione e la nuova nascita, Zinzendorf mise enfasi sull’importanza alla amore fraterno e l’amore di Cristo, la quale deve crescere attraverso l’assorbimento meditativo della sofferenza di Gesù (mistica). In una riunione durante la quale celebravano la santa cena furono toccati dallo Spirito Santo. Questa esperienza li portò a vivere un nuovo amore reciproco e una fede profonda nel Salvatore. Si abbracciarono con le lacrime ed iniziarono a crescere insieme in una comunità santa. Quei fratelli di Herrnhut divennero la causa di una forte crescita del protestantesimo europeo. Il movimento si diffuse presto attraverso la loro attività missionaria. Si può notare un collegamento al risveglio cristiano in Inghilterra. Un predicatore delle chiese dei fratelli di Herrnhut portò 1738 John Wesley alla conversione di Gesù Cristo.
John Wesley
L’Apostolo dell’Inghilterra, come fu chiamato più avanti, sperimentò nel 1738, insieme ad altri leader del risveglio spirituale a Londra, un incontro speciale con lo Spirito Santo durante una veglia di preghiera. Questo fu l’inizio di un grande risveglio. Da quella Missione di Wesley nacque più avanti la chiesa evangelica metodista.
John Smith
John Smith, un rifugiato inglese ad Amsterdam, 1603 si “auto-battezzò” e con lui un gruppo di compagni di sventura. Dopo la sua morte, Thomas Hellwys riportò una parte delle comunità così formate in Inghilterra, dove nel 1612 fu fondata la prima chiesa evangelica battista. Oggi i Battisti contano oltre 35 milioni membri adulti e sono una delle chiese libere più grandi.
William Booth (1829-1912) si convertì a Gesù Cristo a 15 anni. Con 23 anni divenne predicatore e iniziò delle campagne evangelistiche di risveglio. Nell’anno 1861 si convertirono 7.000 persone: si parlava della „Fabbrica delle conversioni“. I proprietari delle locande contrastarono l’Esercito della Salvezza, perché portò via i loro clienti. Nel 1882 furono attaccati 642 ufficiali dell’Esercito della Salvezza, tra di loro anche delle donne e furono bruciati 60 edifici. Dietro questi attacchi si trovava l’“esercito scheletro“, che fu sostenuto dai produttori di birra. Oggi, l’Esercito della Salvezza gestisce un lavoro missionario socialmente utile, il quale è apprezzato da una grande fascia della popolazione in tanti paesi del mondo.
Charles Finney
Nel 1857 negli Stati Uniti iniziò un movimento di risveglio potente il quale entro un anno si diffuse in tutti gli Stati Uniti e poi in pochi anni anche in Irlanda, Scozia, Galles, Inghilterra, Sud Africa, Paesi Scandinavi, Svizzera e molti altri paesi. In Inghilterra vennero organizzate delle conferenze e i benefici di quelle conferenze si sentirono su tutta la terra. Lo Spirito Santo risvegliò una fame e sete di una santità spirituale personale. Con questo continuò ciò che già John Wesley, Charles Finney, Dwighr L. Moody, R.A. Torrey e altri avevano iniziato. Attraverso quel ministero dello Spirito, si convertirono a Gesù Cristo centinaia di migliaia di persone. Erano i pionieri del cosiddetto movimento pentecostale.
William Joseph Seymour
Il Movimento Pentecostale nacque dal Movimento di Santificazione del tardo 19° secolo. Questo risveglio fu un’espressione di un malcontento sociale e teologico all’interno delle classi medio-basse della popolazione. I seguaci del Movimento di Santificazione disapprovarono le empietà delle chiese e dei movimenti tradizionali, e criticarono anche la crescente ricchezza e la mancanza di semplicità delle chiese. Nella loro insoddisfazione fondarono nuove comunità cristiane che auspicavano tendere alla perfezione in Cristo. Alcuni Metodisti, Presbiteriani e Battisti sperimentarono una rinnovata effusione dello Spirito Santo, proprio come fu nella prima chiesa nel libro degli Atti. Il Movimento della Santificazione creò una fame per il battesimo dello Spirito Santo (il ricevere potenza divina) e anche il desiderio di ricevere dei doni promessi alla Chiesa del Nuovo Testamento come per esempio la guarigione e la profezia.
Tuttavia, il Movimento Pentecostale ricevette la sua attenzione da parte di tutto il mondo solo nel 1906. In quell’anno iniziò un risveglio da un gruppo presieduto dal predicatore afro-americano William Joseph Seymour nella Azusa Street a Los Angeles. Lui aveva sperimentato il battesimo nello Spirito Santo in una scuola biblica guidata da Parham in Houston (Texas) nel 1905. Dopo che 1906 gli fu offerto un ministero pastorale da un movimento di santificazione a Los Angeles, Seymour nel mese di aprile aprì un assemblea nell’edificio della African Methodist Episcopal Church in Azusa Street 312 nel centro di Los Angeles.
Il movimento pentecostale è il più grande movimento del 20° secolo.
Fin dalla sua istituzione, con una manciata di studiosi della Bibbia a Topeka (Kansas) nel 1901, il numero totale dei pentecostali è cresciuto nel 20 ° secolo costantemente fino a diventare nel 1993 il più grande raggruppamento protestante. Nel 2000 ci sono stati circa 560 milioni di pentecostali nel mondo.
Evangelico proviene dal termine evangelo che significa buona notizia, la buona notizia di Gesù Cristo. In effetti noi crediamo di doverci riferire al Vangelo ed alla Bibbia come alla somma ed ultima autorità per la nostra fede e condotta. Essa è assolutamente centrale. La centralità della Parola significa prima di tutto che la Bibbia è il mezzo particolare attraverso il quale Dio comunica la Sua verità all‘ uomo. Senza di essa ci sarebbe molta incertezza, ma per mezzo suo vi può essere la luce e la certezza. Poiché Dio ha rivolto all‘ uomo il Suo messaggio, quest‘ ultimo può sperare, essere liberato e salvato. In questo senso essere evangelici significa essere coerenti con l’affermazione di Dio come Signore, come Colui che ha parlato nella Sua Parola e che attraverso di essa può liberare l’uomo da tutte le sue illusioni rivolgendogli una parola certa per la sua salvezza. Se la Bibbia è il mezzo attraverso il quale Dio comunica la Sua verità all‘ uomo, allora ogni uomo ha la libertà di accostarsi ad essa senza che altri lo condizionino. Il potere e la chiarezza della Parola di Dio è tale da non avere bisogno d‘ altro sostegno che la propria forza. Per questo si parla anche di sacerdozio universale dei credenti. Nel senso che ciascun uomo, il più potente come il più umile, il più ricco come il più povero sono posti, nel loro rapporto con Dio, su di uno stesso piano. E se tutti sono liberi di accostarsi alla Parola di Dio, tutti sono sacerdoti. Non c‘ é più bisogno di mediatori tra Dio e gli uomini. Le chiese evangeliche non si riuniscono intorno a degli uomini che pure possono avere dei doni particolari, ma sono riunite dalla e attorno alla Parola di Dio. Agli evangelici sembra inoltre che in riferimento al termine cristiani ci siano troppi luoghi comuni. Con il termine cristiani si deve intendere coloro i quali, come dice la Bibbia, seguono Gesù e si convertono a Lui (Atti 11.26), coloro che credono che quell‘ oscuro falegname della Galilea, Gesù di Nazareth, sia il solo Signore. Cristiani sono coloro che sono fermamente convinti dalla Parola di Dio, che al di fuori di Gesù e del Suo sacrificio sulla croce non sia possibile essere salvati „perché non c‘ è sotto al cielo alcun altro nome per il quale si abbia ad essere salvati“ (Atti 4.12). Gesù è per noi il solo Mediatore tra Dio e gli uomini (1Tim.2.5), perciò non ce ne può essere nessun altro.
Il comune atteggiamento degli italiani sulle radici storiche e sull’identità degli evangelici sembra essere caratterizzato da una complessiva ignoranza in materia. Questa situazione viene determinata da una continua e cosciente disinformazione che, mantenendo vivi antichi pregiudizi, finisce per dare un’immagine deformata del movimento evangelico. Così gli evangelici vengono accomunati a tutti quei movimenti religiosi e settari del mondo contemporaneo: dai Testimoni di Geova ai Mormoni, ai bambini di Dio, fino ad arrivare a quei fenomeni di cieco settarismo che trovano fin troppo spazio sui mass-media del nostro paese. Basterebbe conoscere un poco la solida struttura biblica degli evangelici, così estranea ad avventure irrazionali e spiritualistiche, per capire quanto questi fenomeni siano inconciliabili con la storia e con i principi che li caratterizzano. Ma di tutto questo si parla poco e male. Altro frutto della disinformazione continua ad essere l’accusa di avere infranto l’unità del cristianesimo. Quasi nessuno sembra capire che i Riformatori protestarono contro il degrado della Chiesa di Roma non per distruggerla, ma per riformarla e portarla ai principi originali dell’Evangelo. Pochi realizzano l’utilità e la provvidenza di una protesta che ha costretto il Cattolicesimo Romano a rimettersi in discussione e trarre conseguenze riformatrici almeno sul piano dei costumi se non proprio su quello della dottrina. Se divisione ci fu, essa venne determinata in gran parte dall‘ intransigente posizione cattolica che impedì, attraverso la dirompente azione restauratrice del Concilio di Trento, un qualsiasi dialogo in vista di una possibile riconciliazione. Un’altro classico esempio di pregiudizio è rappresentato dalla famosa frase: „gli evangelici non credono alla madonna“. Non si capisce bene cosa si voglia veramente asserire con questa affermazione. Tuttavia, per fare un po‘ di chiarezza, sarà utile sottolineare che gli evangelici accettano incondizionatamente tutto ciò che la Scrittura dice di Maria a cominciare dalla concezione miracolosa e dalla nascita verginale di Cristo, ma che evitano altresì accuratamente di prestare fede a tutte le leggende ed i dogmi che si sono aggiunti nel tempo: questi hanno deformato completamente la bella figura di Maria così sobriamente descritta nelle pagine dei Vangeli.
Al di là di apparenti divergenze superficiali c’è, di fatto, un elemento radicale che è stato colto bene dallo storico Rosario Villari quando valutò come la Riforma nascesse con Lutero e non con voci di opposizione polemiche alzate da altri prima di lui. Egli scrisse che „Lutero non si era limitato a riprendere i vecchi motivi della critica contro gli abusi ecclesiastici, ma dal terreno moralistico aveva decisamente spostato la polemica su quello della dottrina, dei principi“. Lutero fondò la sua radicale opposizione sul principio della Sola Scriptura. Egli insistette che in tutto e per tutto la Scrittura dovesse avere la precedenza e che perfino i Concili e le decretali papali fossero subordinate ad essa. E proprio questo principio della supremazia della Scrittura che dai tempi dei primi riformatori fino ad oggi costituisce l’elemento divergente di fondo tra cattolici ed evangelici. Più ancora che sulla dottrina della transustanziazione, della messa, dell’immacolata concezione di Maria, delle preghiere ai santi, ecc., un’altra importante divergenza riguarda la mediazione della grazia: per l’evangelico essa lo é solo per la fede personale in Cristo, colui che „diede se stesso come prezzo di riscatto per tutti“ (1Tim.2.5).